lunedì 18 ottobre 2010

Ken Saro Wiwa,scrittore nigeriano, ucciso dal proprio governo su pressione della multinazionale Shell.



Lo scrittore Nigeriano Ken Saro-Wiwa e altri otto attivisti ogoni, da anni
schierati contro le attivita' della Shell in Nigeria, furono stati condannati
a morte da un tribunale militare e uccisi il 10 novembre 1995. Disse prima di morire: "Io sono un uomo di pace, di idee. Provo sgomento per la vergognosa povertà del mio popolo che vive su una terra molto generosa di risorse; provo rabbia per la devastazione di questa terra".


Leader della comunità Ogoni, si oppose alle devastazioni ambientali procurate dalla Shell durante le sue operazioni di estrazione. Il delta del Niger, uno degli ecosistemi più fragili al mondo, diventa così un deserto di petrolio: novantasei pozzi petroliferi, due raffinerie, un complesso petrolchimico, una fabbrica di fertilizzanti, oleodotti sterminati. E quindi, diminuzione della capacità di ossigenazione dell’acqua, erosione delle risorse forestali, depositi di idrocarburi nel suolo, immensi quantitativi di co2 immessi nell’atmofera.

Ken Saro Wiwa indica la Shell come principale autrice dei crimini ambientali e contro l’umanità che si stanno perpetrando in Nigeria; ma non si limita a parlare alla sua gente, mobilita l’attenzione dell’intera comunità internazionale perché tutti i paesi che comprano petrolio devono sapere a quale prezzo avviene. La Shell, allora, si copre dietro il governo nigeriano, tenuto buono con le mazzetteKen Saro Wiwa viene condannato e impiccato. che fanno sempre comodo per mentenere i costi di una dittatura, e che a sua volta come contropartita offre supporto logistico-armato per le repressioni degli insorti. Con un processo farsa

Con un durissimo rapporto di 196 pagine, intitolato "Ogoni: la lotta continua", nel 1997 il Consiglio Mondiale delle Chiese (WCC) ha messo sotto accusa il governo nigeriano e la multinazionale petrolifera Shell per oppressione e devastazione ambientale, in particolare nella regione del delta del Niger. (2)

Ma la sua storia non finisce nel nulla. Nel 2009 un avvocato del Center for constitutional rights di New York riesce a intentare una causa contro la Shell con l’accusa di coinvolgimento nell’esecuzione di Ken Saro Wiwa (l’ordinamento americano infatti permette di perseguire un’azienda per crimini commessi all’estero, derogando al principio di territorialità, purchè questa vanti una cospicua presenza e attività su territorio americano). La compagnia petrolifera declina (ovviamente!) ogni tipo di responsabilità, nonostante da note confidenziali emerga il contrario, decide di patteggiare e pagare 15,5 milioni di dollari, ma non per evitare l’imbarazzante processo e poter continuare a operare in Nigeria per, a suo dire, facilitare il “processo di riconciliazione”.


UNA SUA POESIA:

La vera prigione

Non è il tetto che perde
Non sono nemmeno le zanzare che ronzano
Nella umida, misera cella.
Non è il rumore metallico della chiave
Mentre il secondino ti chiude dentro.
Non sono le meschine razioni
Insufficienti per uomo o bestia
Neanche il nulla del giorno
Che sprofonda nel vuoto della notte
Non è
Non è
Non è.
Sono le bugie che ti hanno martellato
Le orecchie per un'intera generazione
E' il poliziotto che corre all'impazzata in un raptus omicida
Mentre esegue a sangue freddo ordini sanguinari
In cambio di un misero pasto al giorno.
Il magistrato che scrive sul suo libro
La punizione, lei lo sa, è ingiusta
La decrepitezza morale
L'inettitudine mentale
Che concede alla dittatura una falsa legittimazione
La vigliaccheria travestita da obbedienza
In agguato nelle nostre anime denigrate
È la paura di calzoni inumiditi
Non osiamo eliminare la nostra urina
E' questo
E' questo
E' questo
Amico mio, è questo che trasforma il nostro mondo libero
In una cupa prigione.

IL TESTAMENTO DI KEN SARO WIWA (3)

"Signor Presidente, tutti noi siamo di fronte alla Storia. Io sono un uomo di pace, di idee. Provo sgomento per la vergognosa povertà del mio popolo che vive su una terra molto generosa di risorse; provo rabbia per la devastazione di questa terra; provo fretta di ottenere che il mio popolo riconquisti il suo diritto alla vita e a una vita decente. Così ho dedicato tutte le mie risorse materiali ed intellettuali a una causa nella quale credo totalmente, sulla quale non posso essere zittito. Non ho dubbi sul fatto che, alla fine, la mia causa vincerà e non importa quanti processi, quante tribolazioni io e coloro che credono con me in questa causa potremo incontrare nel corso del nostro cammino. Né la prigione né la morte potranno impedire la nostra vittoria finale. Non siamo sotto processo solo io e i miei compagni. Qui è sotto processo la Shell. Ma questa compagnia non è oggi sul banco degli imputati. Verrà però certamente quel giorno e le lezioni che emergono da questo processo potranno essere usate come prove contro di essa, perché io vi dico senza alcun dubbio che la guerra che la compagnia ha scatenato contro l'ecosistema della regione del delta sarà prima o poi giudicata e che i crimini di questa guerra saranno debitamente puniti. Così come saranno puniti i crimini compiuti dalla compagnia nella guerra diretta contro il popolo Ogoni".



Ci sono canzoni che si limitano a metterti un punto interrogativo sulla testa e quelle che invece la coscienza te la sventrano con un muro di suono e parole: A sangue freddo, Teatro degli Orrori. Titolo fin troppo esplicito per raccontare la storia dell’attivista nigeriano Ken Saro Wiwa, giustiziato il 10 novembre 1995

Questa canzone e questa storia spiegano bene fino a che punto si possano spingere le logiche del profitto.  Wiwa ha lottato contro un gigante e ha chiesto a tutti di farlo, sapeva che “è nell’indifferenza che un uomo vero, muore davvero”.









2 commenti:

  1. siamo molto orgogliosi di aver pubblicato i primo libro di Ken Saro-Wiwa nel 2004 in Italia. E' la bellissima raccolta di racconti Foresta di fiori. Edizioni Socrates €10

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  2. Grazie dell'informazione, lo cercherò....

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