venerdì 30 luglio 2010

FRANCIA Sarkozy: "Via la cittadinanza francese a chi attacca la polizia"




Il presidente mette nel mirino tutta la comunità francese d'origini straniere, colpendo un principio inviolabile dalla Liberazione: la non distinzione tra francesi d'origine e francesi acquisiti. Giro di vite anche sui diritti dei clandestini e sui campi rom. "Entro settembre la metà deve sparire". A Grenoble, dove tiene il suo discorso, il presidente è contestato da 300 persone: "Sei come Al Capone"


GRENOBLE - L'aveva anticipata un'indiscrezione di Le Monde, adesso la notizia è confermata. Con un discorso a Grenoble, in occasione della nomina del nuovo prefetto dell'Isere Eric Le Doiron, il presidente francese Nicolas Sarkozy ha proposto oggi un provvedimento in base al quale potrà essere ritirata la cittadinanza francese a "qualsiasi persona d'origine straniera che volontariamente attenti alla vita di un agente di polizia, di un gendarme o a qualunque altro depositario di autorità pubblica".

Sarkozy chiede anche che non sia più automatica "l'acquisizione della nazionalità francese da parte di un minore delinquente al momento della sua maggiore età". "La nazionalità va meritata - conclude Sarkozy -. Bisogna mostrarsene degni. Quando si tira addosso a un agente delle forze dell'ordine, non si è più degni di essere francesi".

Oltre che dalle autorità municipali, a Grenoble Sarkozy è stato accolto anche dalla contestazione di alcune centinaia di persone che hanno manifestato contro il pugno duro del presidente contro le banlieue della città, recente teatro di scontri, opponendogli lo slogan: "Grenoble è uguale a Chicago. E al Capone è uguale a Sarkozy". In particolare, i circa 300 manifestanti hanno protestato contro "la politica spettacolo" del capo dello Stato. Per molti di loro la presenza di Sarkozy a Grenoble "non ha senso. Sarebbe stato meglio che i soldi spesi per il suo spostamento fossero stati usati per creare posti di lavoro", ha detto l'ex preside di un liceo, Jacques Pitiot, che guidava la protesta. I manifestanti hanno risposto all'appello di una ventina di organizzazioni e associazioni, tra cui la Lega dei diritti umani, e partiti politici, tra cui comunisti e Verdi.

Come sottolinea Le Monde, la misura proposta dal presidente francese non mette nel mirino solo nomadi e Rom. Con questa nuova iniziativa, Sarkozy, ormai al livello più basso della sua popolarità, "rompe un tabù - scrive il quotidiano -, colpendo due principi giuridici considerati come inviolabili dalla Liberazione: il diritto alla nazionalità e il rifiuto di ogni distinzione tra francesi 'di origine' e quelli che hanno acquisito da poco la nazionalità".

"Due settimane dopo le violenze di Grenoble (tre notti di violenza tra forze dell'ordine e giovani nella banlieue di Villeneuve, dal 16 al 18 luglio, dopo la morte di un pregiudicato nel corso di una sparatoria con la polizia) ) e a Saint Aignan (tra gendarmi e Rom), Sarkozy ribadisce le sue convinzioni, e supera una tappa ulteriore nella politica di repressione" conclude Le Monde, citando il discorso che il presidente avrebbe pronunciato oggi a Grenoble.

Discorso durante il quale il presidente francese auspica anche un giro di vite sulle "prestazioni" che la Francia offre agli immigrati irregolari. "Mi auguro che si valutino i diritti e le prestazioni cui oggi hanno accesso gli stranieri clandestini - dice Sarkozy -. Una situazione irregolare non può conferire più diritti di una situazione regolare e legale". Il presidente non ha precisato a quali diritti facesse riferimento, anche se la vita dei clandestini in Francia già oggi non è di certo facile. Escluso il diritto al lavoro, tra le poche "prestazioni" a cui possono accedere c'è soprattutto l'assistenza medica. "Devono essere rimandati alle frontiere" il monito di Sarkozy.

Quanto ai rom, protagonisti della guerriglia contro i gendarmi a Sain Aignan, "dobbiamo porre fine allo sviluppo selvaggio dei loro campi - dice Sarkozy -, che sono zone al di fuori della legalità". Entro la fine di settembre, annuncia il presidente francese, "saranno smantellati i campi che sono già stati oggetto di un'ordinanza del tribunale". "Per i campi su cui non c'è stata ancora una decisione dei giudici - conclude Sarkozy -, faremo in modo che si intervenga al più presto. Entro tre mesi, voglio che almeno la metà di questi accampamenti sparisca dal territorio francese".


(30 luglio 2010)

(la repubblica)

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