Salve compagne e compagni,
ho deciso di scrivere una lettera alle persone che si sono preoccupate per me senza nemmeno conoscermi e che mi hanno offerto il sostegno da diversi posti. Innanzitutto voglio parlare della mia situazione, di come sono arrivato ad essa da quando sono stato colto in flagranza con degli ordigni incendiari nella calle España, vicino ad una bastarda ditta di carne chiamata Pilgrims Pride.
Avevo scoperto questa ditta in una zona industriale mentre ero in bici alla ricerca di obiettivi da attaccare. Ho notato che nel parcheggio
c'erano 10 rimorchi è mi è sembrato essere un obiettivo molto efficace da attaccare. In quei giorni ho preparato 6 ordigni incendiari, con bottiglie di benzina e micce. Una sera mi sono avvicinato a quella ditta, mi è sembrato semplice attaccare presto perché in quella zona non transitavano molte auto. Mi sono seduto in un parco in calle España, attendendo un po' prima di agire, ma non mi sono reso conto che una pattuglia della polizia mi stava osservando da un paio d'isolati. Di colpo, gli agenti si sono avvicinati, mi hanno immobilizzato e non mi hanno dato il tempo di scappare. Nello zaino hanno trovato gli ordigni e la cosa li ha spaventati abbastanza. Hanno chiamato i rinforzi e sono giunte molte altre pattuglie. Gli agenti mi hanno insultato e pestato. Hanno chiamato i media, che subito mi hanno descritto come un lunatico (certo, un po' lo sono, ma non come dice lo Stato), un terrorista ed un radicale. Mi hanno trasferito
alla Procuraduría General de la República di Guadalajara e lì mi hanno picchiato e persino cercato di asfissiarmi mettendomi la testa nell'acqua di un water. Hanno voluto che infamassi i miei compagni, ma ho negato di aver qualsiasi relazione con essi, e che riconoscessi le mie responsabilità, come il possesso dello zaino.
Il giorno seguente mio padre ha chiesto la mia scarcerazione perché l'anno precedente la mia famiglia mi aveva fatto internare in un centro psichiatrico per i miei ideali anarchici e vegani. Ma tornato a casa sono fuggito per alcuni mesi, burlandomi di essi in maniera insorgente e dimostrando che non farò un passo indietro rispetto a i miei ideali. Un giorno mi hanno avvisato che la mia famiglia aveva subito una estorsione da parte della polizia. Per alcuni giorni sono tornato a casa mia e mi hanno avvisato che ogni settimana venivano a cercarmi degli agenti della Policía Judicial e della Secretaria de Seguridad Publica dicendo che volevano solo parlare con me (ah!,ah!).
Io, per imprudenza ed impazienza, sono rimasto lì per un po' e questo mi ha fottuto. Da considerare che ho un fratello, gli voglio molto bene e sono molto legato a lui. Uno di quei giorni a casa dei miei ho sentito bussare la porta in modo brusco. Pensando si trattasse di mio padre, l'ho invece ascoltato mentre mi diceva: "Diego, qui c'è qualcuno che ti cerca".
Sorpresa: erano 3 agenti della Policía Judicial che mi hanno detto: "Ti portiamo all'interrogatorio e poi torni a casa." Mi hanno ammanettato e la cosa ha destato stupore nei vicini e nelle persone che passavano. Sono stato condotto al COCYDEJ (Centro de observación y clasificación de menores del Estado de Jalisco). Lì c'erano il tribunale dei minori ed il riformatorio. In tribunale davo nell'occhio per la mia maniera di vestire: ero sporco, avevo capelli verdi e dei pantaloncini su una calzamaglia. Il giudice mi ha osservato come fossi un malato mentale, mentre io ero piuttosto incazzato. Sono stato interrogato e mi hanno letto le accuse.
Non potevano accusarmi di violazione della legge federale sulle armi e gli esplosivi, perché nel nostro paese i minorenni non possono esser accusati di violazione delle leggi federali. Per questo mi hanno accusato di porto illegale di armi e di oggetti proibiti. Una delle domande che mi è stata rivolta è stata: "Sei pentito?" Ho risposto: "Certo. L'unica cosa di cui mi pento è di non esser riuscito ad incendiare quei camion di sfruttamento animale". Subito si sono spaventati ed hanno sentenziato il mio ingresso al Tutelar de Menores CODYDEJ. Lì molti carcerieri ci minacciavano con parole del tipo: "Esto es el pinche bote cabron, a ti te cargo la verga"
(questo è il fottuto carcere cabron, ti rompo il cazzo - in gergo messicano). Ma mi vedevano come un matto. Dal primo giorno in cui sono
arrivato mi hanno prescritto un farmaco psichiatrico, indicato per schizofrenici, che mi stordiva e mi manteneva dopato. La cosa mi pareva un insulto perché conduco uno stile di vita senza dipendenze. All'inizio mi alimentavo di soli fagioli, anche se devi controllare che non ci siano pietre o altro. In seguito una educatrice mi ha prescritto una dieta a base di verdure insipide. Per qualsiasi ragione i carcerieri ci picchiavano. Di notte e davanti a tutti dovevamo denudarci per vedere se non nascondevamo droghe o armi. Restavamo rinchiusi 23 ore al giorno, in cui potevamo solo leggere le cose "autorizzate" dallo Stato.
Mio padre, che è avvocato, ha presentato un'istanza di scarcerazione perché c'erano delle incongruenze nelle accuse contro di me. Per questo dopo 2 mesi e mezzo mi hanno concesso gli arresti domiciliari. Dopo 5 giorni a casa, ho deciso di evadere in modo insorgente dai domiciliari, perché non obbedirò mai al sistema e con questa lettera approfitto per dire allo Stato che non riuscirà a piegarmi così facilmente. Lotterò fino alla fine per abolire lo sfruttamento animale e della terra, giungendo così all'anarchia verde. Voglio dire a tutte le persone di mantenersi attive. Non fate un solo passo indietro di fronte ai nostri nemici che ci intimidiscono con le loro gabbie ed armi; ma son sempre stato dell'idea che sono essi che dovrebbero temerci.
Uscire da un centro di controllo mi fa sentire con più odio verso lo Stato ed il sistema tecno-industriale e con più amore per l'anarchia, la
liberazione animale e della terra. Vi dico anche di non perdere tempo, ci sono centinaia di possibili obiettivi da attaccare. Se arrestano uno ce ne saranno altri 10 a lottare per finirla con questa grande merda che chiamiamo civilizzazione. Ringrazio le persone che mi hanno scritto lettere da altri lati del mondo, anche se voglio sottolineare che non sono un eroe, ho solo fatto quel che dettavano il mio cuore ed il mio spirito rivoluzionario.
* * * * *
Soli di fronte alla macchina, contro la sua esistenza.
Odio e rabbia per il suo funzionamento, per la spoliazione quotidiana effettuata da secoli.
Del massacro, lo sterminio, la demenza, l'autorità. Fuoco, fuoco contro tutto, violenza e vendetta.
Cenere e macerie…
Da qui partiremo verso il mondo nuovo.
Questo è il corso logico delle cose perché in un modo o nell'altro, il capitalismo e i suoi servi ridurranno il mondo a questo, con senza di
noi…
Uscite, combattenti, dalle monotone riunioni e discussioni, lasciate affiorare l'anarchia, nell'adrenalina dello scontro di strada,
fuggite da quell'intellettualismo borghese con la minaccia di trasformarci in anarchici da scrivania.
Prendete le armi, date fuoco a tutto, distruggete quel che potete e togliete la vita ad ogni maledetto guardiano dell'ordine.
Ravviviamo le emozioni di tutte quelle morti delle rivolte passate,
Facciamo sì che puzzino i cadaveri che essi stessi hanno nascosto facendo finta di nulla, come zombi incolleriti, seminiamo il terrore tra i leaders economici, che ogni compagno caduto riviva nella barricata e nell'esplosione di qualche banca o proprietà privata…
Salud y anarquía verde!
Diego Alonso
Dopo 4 mesi di latitanza, Diego è stato arrestato con un mandato di cattura all'inizio di Marzo dopo aver provato ad occupare una casa a Barrera nelle vicinanze di Guadalajara, Jalisco. Nell'ottobre del 2009 Diego era stato fermato in possesso di diverse molotov nel parcheggio della ditta di produzione di carne Pilgrims Pride. Dopo essere stato rilasciato ed in 'libertà vigilata' presso i propri parenti, è scappato. Diego al momento si trova in un centro di detenzione giovanile a Jalisco in attesa della sentenza. Le informazioni non sono molte, quelle certe riguardano accuse e coinvolgimenti in azioni contro banche, macelli e altre istituzioni. Per mandare messaggi a Diego scrivete a libertadparadiego@hush.ai
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