sabato 7 agosto 2010

Green Graffiti, fra arte e pubblicità ecologica

 (Grey Cattle: il bisonte metropolitano dal cuore verde di Edina Tokodi)

Immaginate una forma d'arte che usa materiale vivente, che respira. Una forma d'arte che crea eco-sistemi utilizzando motivi belli e spesso complessi. Che cambia la faccia del paesaggio urbano e ridefinisce il termine "giungla metropolitana". Benvenuti nel mondo dei "green graffiti", capolavori realizzati in muschio ed erba.

New York, Londra: sono due fra le più frenetiche metropoli occidentali ad ospitare i Green Graffiti e a porsi quindi come il teatro di queste nuove sperimentazioni che stanno suscitando così tanta attenzione.

Cominciamo da New York. Qui troviamo link: Edina Tokodi, nata e cresciuta in Ungheria, dove ha studiato all'Accademia di Belle Arti, volata a Milano per seguire un corso di urban design, per poi approdare definitivamente a Williamsburgh, Brooklyn, dove è diventata l'argomento di conversazione di un vicinato molto metropolitano e radical chic, abituato alle gallerie d'arte trendy e al potere delle agenzie immobiliari.

Sono loro solitamente che hanno il controllo delle strade e dei muri dei palazzi, da cui adesso invece spuntano i baldanzosi animaletti di muschio creati da Edina, sorta di escrescenze verdi che, a differenza delle opere sterili e sottovuoto presenti nelle gallerie, sono stati creati proprio per essere toccati, sentiti.
E per offrirti in cambio il loro "tocco" giocoso, capace magari di indurre uno stato mentale familiare ed empatico nel mezzo di un'arida zona metropolitana.
(Un esempio "artistico" di guerilla gardening di Anna Garforth)

E' molto interessante leggere come Edina descrive il suo lavoro sul blog environmental graffiti, dove si possono trovare anche preziosi consigli su come creare il proprio graffito ecologico .

"Credo che la nostra distanza dalla natura sia oramai un clichè. Gli abitanti della città spesso non hanno relazioni con gli animali o il verde. Come artista pubblica sento il dovere di attirare l'attenzione sulle mancanze nella nostra vita quotidiana. Come coltivatrice di sensibilità eco-urbana, di solito torno nei posti per visitare le mie "piante" o "muschio", a volte per ripararli un po', ma niente di più generalmente perché tendenzialmente ricevono abbastanza acqua dall'aria, dalla condensazione e dalla pioggia- specialmente in certe stagioni. Mi piace anche farle vivere da sole. Dal momento che le metto in strada cominciano ad avere una loro vita. Per me, anche la reazione di chi vive le strade è molto importante. Sono curiosa di come le persone le ricevono, se vogliono solo lasciarle stare, se vogliono prendersi cura di loro o smantellarle. Questo è quello che rende il mio lavoro simile ai graffiti, sebbene io sia in cerca di un significato sociale più profondo e di un dialogo con i ricordi di animali e giardini del mio passato in una piccola città del Centro Europa. Io credo che se tutti avessero un loro giardino da coltivare avremmo una reazione molto più equilibrata con i nostri territori. Di certo, un giardino può essere molte cose".

(Una delle opere più conosciute di Anna e Eleanor)

Spostandosi da New York a Londra troviamo invece Anna Garforth e Eleanor Stevens ideatrici del progetto Mossenger, fusione di Moss (muschio) e Messenger, il celebre programma di messaggistica immediata. In altre parole, un brillante neologismo su "come comunicare attraverso il muschio".

Le due, che hanno da poco esposto a Perugia per la mostra Over Design Over, Materia Tempo e Natura del Design Contemporaneo ,utilizzano una miscela di yogurt e zucchero per far sì che il muschio rimanga attaccato al muro. O forse sarebbe meglio dire che Anna utilizza questo miscuglio, perché è lei, diplomata al famoso Saint Martins College of Art &Design di Londra, che realizza concretamente le opere, mentre Eleanor, poetessa, compone i versi.

Un fantastico esempio della loro collaborazione sono SporeBorne e Watch Your Skin Peel, così descritte dalle artiste: “Spore borne air rappresenta il vento di cambiamento, la sensazione di movimento, semi che germinano, spore di muschio nell'aria, umidità, potenziale. Watch your skin peel può essere visto come una metafora del cambiamento cosciente, del corpo umano in uno stato di flusso costante, il gettare da parte la materia morta e la rigenerazione”.



Si tratta di citazioni che Anna ed Ellen ritengono pertinenti alla crescente consapevolezza ambientale e al cambiamento di prospettiva attuato da molte persone che vivono nelle "Transition towns" della East London, dove si trovano Stoke Newington, Hackney, "sede" delle loro opere.

In particolare, “Watch Your Skin Peel” può essere interpretata come un invito a riconsiderare la propria connessione con la terra, il modo in cui la si può modellare ed il modo in cui lei modella ognuno di noi.

(Fantasie naturalistiche di Edina)

Anna Garforth è inoltre attiva nell'ambito del guerrilla gardening, come testimoniano questi fantastici progetti realizzati riciclando bottiglie di latte che diventano maschere dalla chioma floreale, pronte per essere esibite in spazi pubblici bisognosi di un po' di verde e abbellimento urbano.



Per concludere una curiosità. Provate a digitare su google "greengraffiti" e vedete cosa compare come primo risultato. A riprova del fatto che il cultural jamming è divenuto un must di questa epoca, troverete il link al sito di una compagnia che realizza campagne pubblicitarie ecologiche. Come? Con dei graffiti realizzati ad acqua sulle strade, perfettamente ripulibili. Inoltre la compagnia afferma di avere assolutamente a cuore la sostenibilità ambientale tanto da donare ad organizzazioni di beneficenza 90 euro cent per ogni graffito realizzato.

(Un'altra opera della Tokodi: orsi polari sbucano da una parete metropolitana)

Ma non è tutto: per ogni litro d'acqua utilizzato, la compagnia investe in un progetto di raccolta che fornisce un litro d'acqua potabile agli abitanti di una zona arida del Brasile. Finora si sono avvalsi di queste nuove strategie pubblicitarie “below the line” alcuni istituzioni pubbliche, come il museo di Rotterdam, ma anche Mtv, Elle, Smart.

Insomma street art e pubblicità ecologica si incontrano, tra nuove mode e antiche sensazioni. Un connubio intenso e forse inevitabile che più di mille parole racconta il nostro tempo e le sue possibili evoluzioni.

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