venerdì 13 agosto 2010

INTERVENTO: I POPOLI INDIGENI NELLA LOTTA SOCIALE CONTRO L'AGGRESSIONE NEOLIBERISTA


 ORGANIZAZZIONI INDIE PER I DIRITTI UMANI A OAXACA - OIDHO
INTERVENTO PER IL FORO

“Militarizazzione e riforme strutturali”
 “Movimento contadino, autonomia ed autodeterminazione nel contesto del
Trattato di Libero Commercio”

Oaxaca de Juárez

INTERVENTO: I POPOLI INDIGENI NELLA LOTTA SOCIALE CONTRO
L'AGGRESSIONE NEOLIBERISTA

· Introduzione

Negli ultimi due decenni del XX secolo, in Messico presero forma quelle riforme neoliberali che hanno
cambiato radicalmente la struttura del settore agrario nel Paese, aprendo le porte al capitale
internazionale. Con la riforma dell'Articolo 27 della Costituzione, la fine della ripartizione agraria e
attraverso programmi come PROCEDE cominciò il processo di privatizzazione della terra e delle
risorse naturali, così come l'entrata delle compagnie multinazionali. 
Il momento culminante di questo
processo fu l'alba del 1 gennaio del 1994, allo stesso tempo data dell'entrata in vigore del Trattato di Libero Commercio (TLC) ed inizio del sollevamento dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.

Tutte le organizzazioni civili che insorsero pacificamente per la fine della guerra fra l'EZLN e l'esercito
messicano e che successivamente parteciparono ai vari fori convocati dagli Zapatisti, assunsero
generalmente il tema dell'autonomia come pilastro fondamentale per proteggere i territori e le risorse
naturali, così come la lotta politica indigena per il rispetto delle proprie autorità, della propria forma di
organizzazione e delle culture delle Popolazioni Indie.

· L'Autonomia dei Popoli Indigeni

Il 16 febbraio 1996 si firmano gli Accordi di San Andres Larrainzar sul tema "Diritti e Cultura
Indigena" tra l'EZLN, le organizzazioni indigene, contadine e civili che partecipavano ai tavoli di
dialogo, i principali partiti politici e il governo federale. Eppure quest'ultimo ritrattò la sua firma, ed
anche i partiti politici, incluso il PRD, si rifiutarono di proseguire nell'elaborazione di una legge
costituzionale corrispondente: PAN e PRI per conservare il loro potere politico ed i loro progetti con il
capitale trasnazionale, e il PRD per timore di essere sorpassato a sinistra dal movimento pro-zapatista.
Il movimento, a sua volta, non riuscì ad articolare una resistenza nazionale contro questo tradimento. Il
governo di Fox propose una sua legge indigena che però più che una legge era di fatto una simulazione
che non teneva in considerazione le richieste delle Popolazioni Indie; quindi in alcuni stati
cominciarono a nascere leggi indigene che ddiedero il colpo di grazia agli Accordi di San Andres, che
mancava di ogni supporto costituzionale. Fu questo il caso di Oaxaca, dove il governatore Diodoro
Carrasco promosse una propria legge indigena come strumento politico contro gli Accordi di San
Andres e come piattaforma politica per arrivare al Ministero degli Interni. Come organizzazione la
prima grande ondata di repressione ci investì giusto nell'anno 1998, proprio perché lottammo contro la
legge indigena di Diodoro.
Anche se oggi noi Popoli Indigeni esercitiamo nei fatti una certa autonomia, quando questa tocca, ad
esempio, interessi tanto grandi come quelli delle miniere o delle zone d'acqua dove vogliono costruire
dighe, viene utilizzato tutto il potere dello stato per distruggere qualsiasi tentativo di mantenere questa
autonomia nei villaggi. In relazione a questo, si è avviato un processo di criminalizzazione della lotta
sociale, che ha represso massicciamente tutti i movimenti locali, regionali e statali che si organizzano
per impedire il saccheggio delle risorse, l'invasione dei territori e l'imposizione di autorità in nome del
libero commercio. La cosiddetta lotta al narcotraffico è servita come appoggio per militarizzare il Paese
e giustificare la repressione. A Oaxaca in centinaia di municipi sono stati calpestati tutti i diritti
fondamentali con l'obiettivo di consegnare le risorse naturali a grandi imprese nazionali e straniere.
I nostri morti, feriti, prigionieri e perseguitati sono vittime di questo processo.
Quello che è in gioco con l'autonomia sono il territorio, le risorse dei villaggi e l'autodeterminazione
politica, e praticamente la sopravvivenza delle culture indigene. Abbiamo sotto gli occhi uno stato che
quando gli conviene concede certi diritti ai villaggi, pero quando si esige che riconosca le Popolazioni
Indie come soggetto di diritto, glielo nega per interessi economici e politici. L'autonomia che
reclamiamo, noi Popoli Indigeni, è la libertà di disporre della nostra terra, scegliere le nostre autorità,
che si rispettino le nostre risorse naturali e le nostre culture come forme di vita e d'organizzazione. Per
quello che riguarda le risorse del sottosuolo, che sono costituzionalmente proprietà della nazione, noi
Popolazioni Indie abbiamo il diritto di essere consultate con un dialogo vero e rispettoso ed abbiamo
diritto alla conservazione e mantenimento dell' ambiente, però nessuno rispetterà questi diritti se noi
non lottiamo.

· I Movimenti Sociali nel Messico attuale

La lotta delle Popolazioni Indie per l'autonomia è possibile solo se si articola un movimento nazionale
tra quanti considerano questa battaglia giusta. Il riconoscimento costituzionale dei diritti delle
Popolazioni Indie non solo aiuterebbe la costituzione di questo processo, ma aiuterebbe anche tutto il
popolo del Messico perché avrebbe la possibilità di frenare l'impatto del progetto neoliberista
sostenuto in diversi programmi e piani come ad esempio il Piano Puebla-Panamà, il Piano
Mesoamericano, lo stesso TLC e molti altri, che, lontani dal portare sviluppo nelle nostre regioni, ci
impoveriscono ogni giorno di più e fanno arricchire solamente i soliti ricchi del nostro Paese. Però
questa lotta non può essere isolata e deve essere permanente. Dobbiamo renderci conto che tutte le lotte
importanti del Messico nei tempi recenti, per quanto appaiano differenti, hanno come nemico comune
la svendita totale delle risorse del Paese a beneficio dei grandi ricchi, e la distruzione di ogni
contropotere organizzato dal basso, dal popolo. La repressione s'intesifica non perché le lotte
dell'EZLN, di Atenco, dei minatori, del Sindacato Messicano dei lavoratori dell'Elettricità (SME) e
dell'APPO siano state inutili, ma al contrario, fra tante sconfitte, i risultati dei nostri movimenti sono
una costante minaccia a quanti ostentano potere e denaro. L'EZLN, oltre alla sua capacità militare e
politica, è riuscito ad essere autosufficiente nei propri territori; ad Atenco non si è costruito nessun
aeroporto, a la Parota s'è impedita la costruzione della diga; l'APPO riuscì a dimostrare di fatto
l'ingovernabilità di tutto uno stato e recuperare fino ad un certo punto le garanzie costituzionali
sospese, e la lotta dei minatori, del SME e dei maestri non ha esitato nonostante il dictat neoliberista di
distruggere il sindacalismo indipendente in ogni forma. E noi, i popoli indigeni, continuiamo ad
opporci all'etnocidio in molti luoghi del Messico.
Per unire queste lotte, nel pieno rispetto delle diversità, e per poter così affrontare le grandi sfide che si
stanno presentando, è indispensabile mantenere un'attività politica permanente, forte e coordinata,
basata su principi consolidati che evitino i protagonismi e i tradimenti che tanto hanno indebolito i
nostri movimenti. Inoltre è indispensabile il rispetto dei settori urbani nei confronti delle peculiari
forme di lotta indigene e contadine, perché spesso la discriminazione avviene nei movimenti stessi.
Allo stesso modo in cui l'attacco ai sindacati indebolisce le lotte dei settori urbani, la distruzione della
via contadina, l'emigrazione di massa e gli effetti del disastro ecologico causato dal capitalismo a
oltranza, come gli uragani e la siccità, indeboliscono le organizzazioni contadine ed indigene. In tutti i
settori esistono quanti sovrappongono in maniera inequivocabile interessi immediati ed alcune risorse
economiche o posti elettorali alle cause reali delle nostre lotte.
Per questo facciamo un appello a tutti i movimenti sociali affinché entrino in una nuova tappa d'unità
per costruire un movimento dove tutti e tutte abbiano un posto e possano apportare il meglio delle
proprie lotte. "Celebriamo" il Bicentenario (dell'indipendenza, ndt) a modo nostro: con un movimento
sociale messicano capace di frenare l'aggressione neoliberista. Facciamo la vera "Iniziativa Messico",
costruita dal basso, non imposta dall'alto. Costruiamo questo movimento dai nostri villaggi, dalle nostre
regioni, dai quartieri e dalle nostre città, rafforzando le nostre strutture democratiche con le assemblee,
creando nuove e più efficaci forme di lotta contro la repressione, l'ingiustizia e l'antidemocrazia. 

Questa
lotta non sarà facile, però è indispensabile se non vogliamo essere schiacciati dall'uragano neoliberista.

Santa María Atzompa, Oaxaca, 11 giugno 2010
OIDHO – Organizzazioni Indie per i Diritti Umani a Oaxaca

tradotto da: Nodo Solidale

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