ROVERETO.
Botti, mortaretti e fuochi d’artificio. Protesta rumorosa degli anarchici ad un anno dalla morte di Stefano Frapporti e per chiedere la scarcerazione dei detenuti e contro il sistema carcerario. E per far sentire la sua loro voce e farsi vedere dai detenuti sono saliti sul tetto dell’istituto Veronesi dove è scoppiato un principio d’incendio senza conseguenze per la struttura.
Una protesta improvvisa, quella inscenata dal gruppo degli anarchici che attorno alle 20 di sabato si è ritrovato per gridare i consueti slogan e srotolare i classici striscioni («Spezziamo l’isolamento per una società senza carcere») in via Sighele sul lato opposto dell’ingresso della casa circondariale di via Prati. A «dividere» gli anarchici e i detenuti l’alto muro di cinta che circonda tutta la struttura e confina con il commissariato di polizia.
Prima la protesta in strada e poi la decisione di salire sul tetto della palestra dell’istituto professionale Veronesi. Lì alcuni manifestanti dagli zainetti hanno estratto petardi e fuochi d’a rtificio per richiamare l’attenzione dei detenuti. I botti a ripetizione, almeno una decina, sono stati uditi in gran parte della città ed hanno richiamato l’attenzione di parecchi residenti che hanno tempestato di telefonate i centralini delle forze dell’o rdine.
Ma oltre al rumore i petardi e i fuochi d’artificio hanno causato un principio d’incendio: l’allarme di uno dei residenti ha fatto intervenire i vigili del fuoco che in breve tempo hanno risolto il problema. Poi i successivi controlli dei pompieri sulla struttura hanno escluso altri potenziali focolai.
La manifestazione degli anarchici arriva ad un anno dalla morte in carcere di Stefano Frapporti dopo l’arresto per droga. Contro l’a rchiviazione dell’inchiesta, gli anarchici, oltre che i familiari e gli amici, hanno più volte protestato per chiedere chiarezza sulla vicenda. E avevano annunciando altre forme di lotta, come quella inscenata l’altra sera in via Sighele.
Una protesta improvvisa, quella inscenata dal gruppo degli anarchici che attorno alle 20 di sabato si è ritrovato per gridare i consueti slogan e srotolare i classici striscioni («Spezziamo l’isolamento per una società senza carcere») in via Sighele sul lato opposto dell’ingresso della casa circondariale di via Prati. A «dividere» gli anarchici e i detenuti l’alto muro di cinta che circonda tutta la struttura e confina con il commissariato di polizia.
Prima la protesta in strada e poi la decisione di salire sul tetto della palestra dell’istituto professionale Veronesi. Lì alcuni manifestanti dagli zainetti hanno estratto petardi e fuochi d’a rtificio per richiamare l’attenzione dei detenuti. I botti a ripetizione, almeno una decina, sono stati uditi in gran parte della città ed hanno richiamato l’attenzione di parecchi residenti che hanno tempestato di telefonate i centralini delle forze dell’o rdine.
Ma oltre al rumore i petardi e i fuochi d’artificio hanno causato un principio d’incendio: l’allarme di uno dei residenti ha fatto intervenire i vigili del fuoco che in breve tempo hanno risolto il problema. Poi i successivi controlli dei pompieri sulla struttura hanno escluso altri potenziali focolai.
La manifestazione degli anarchici arriva ad un anno dalla morte in carcere di Stefano Frapporti dopo l’arresto per droga. Contro l’a rchiviazione dell’inchiesta, gli anarchici, oltre che i familiari e gli amici, hanno più volte protestato per chiedere chiarezza sulla vicenda. E avevano annunciando altre forme di lotta, come quella inscenata l’altra sera in via Sighele.
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